Sulla pedana dei Campionati assoluti, a Perugia, ha conquistato il titolo al corpo libero, ritrovando il podio dopo due anni di assenza dalle gare individuali. “Bart is back” titolavamo al termine dei tricolori, anche se a vederlo oggi qualcuno potrebbe addirittura non riconoscerlo. E non solo perché ha qualche tatuaggio in più sul corpo. Nicola Bartolini, l’ex divo del piccolo schermo reso celebre dal docu-reality “Ginnaste -Vite Parallele” è diventato grande, ma grande davvero.  E come l’Ulisse di Omero ha affrontato mille peripezie prima di tornare alla Terra dei Padri, così il sardo allenato da Serguei Oudalov – dopo ventiquattro mesi a digiuno dalle competizioni -  è approdato a Salerno, inaugurando una stagione sbalorditiva.  “L’anno non è ancora concluso, ma fino a qui sta procedendo tutto secondo i piani - racconta il ginnasta di Quarto Sant’Elena a due giorni dall’ultima tappa di serie A in programma ad Eboli, dove con i suoi punta allo scudetto in A2 e a strappare un pass per la serie maggiore del 2018 - L’obiettivo finale rimane ovviamente l’Olimpiade di Tokyo del 2020, ma andiamo per gradi, prima ci sono i Campionati del Mondo in Canada”. Con il tuo nuovo club è stato amore a prima vista? “Esattamente. Quando sono arrivato a Salerno Cupido deve avermi folgorato con una delle sue frecce! A parte gli scherzi, è cominciato tutto nel periodo di agosto, all’epoca ero ancora fermo per via dell’infortunio alla spalla. È bastato un giro nella struttura a farmi innamorare di questa organizzazione”. C’è chi alle prime difficoltà getta via la spugna, tu invece hai saputo rialzarti. Quali sono le tappe salienti della tua rinascita come atleta? “Un anno fa non avrei mai pensato di trovarmi al punto in cui sono ora. Se riavvolgo il nastro, Il ricordo più bello è quello di quando ho ricominciato a prendere confidenza con gli attrezzi, a saltellare sulla pedana del corpo libero realizzando che la spalla dava i primi segnali di vita post intervento”. Allora quello di oggi è un Bartolini 2.0.? “Diciamo di sì. Oggi avete davanti un Nicola nuovo, questo è certo. Non sono più il ragazzino di quindici-sedici anni di una volta, qui ho un vero e proprio mestiere e vivo un ambiente sano fatto di bei principi. Chi è stato il tuo mentore durante questo percorso? “La persona che più di tutti mi ha spinto a non mollare mai per vincere la scommessa che due anni fa feci a me stesso, ovvero Antonello Di Cerbo. E’ lui il mio più grande supporter qui a Salerno e per me è diventato un punto di riferimento”. Completi all’ultima moda e fornitura da far invidia ad una squadra di calcio. Ma quanto siete fighi alla Ginnastica Salerno?“Siamo dell’idea che un ginnasta, oltre ad essere bello da vedere in gara, debba avere un certo stile anche  fuori dal campo. Ecco perchè la società ha scelto di investire molto sull’immagine della squadra”. Curiosità da spogliatoio: mancano pochissimi giorni alla finale di Eboli, come state affrontando l'appuntamento decisivo della stagione? “Io e i ragazzi ci stiamo preparando meglio rispetto alle altre tappe del Campionato.  Non è solo la finale, è anche la festa del nostro "scudetto". L’ansia si fa sentire, ma non vediamo l’ora di far vedere al nostro pubblico quello che di cui siamo capaci”. 

 

Dall'inviato Pier Luigi Girlando/ Foto F.Tomasi/FGI