Anche nella seconda giornata delle gare di specialità non sono mancati i colpi di scena. Il più clamoroso è stato l’errore (sostantivo anche difficile da accostarle) della Biles alla trave. La tre volte olimpionica di Rio dopo l’oro con la squadra, nell’All-around e al volteggio manca il poker poggiando le mani sull’attrezzo. L’errore che vale una caduta relega la statunitense sul gradino più basso del podio (e questo la dice lunga sul contenuto tecnico del suo esercizio) con il punteggio di 14.733 alle spalle della connazionale Lauren Hernandez, argento a quota 15.333. Il titolo olimpico, quindi, finisce alla vice campionessa mondiale, l’olandese Sanne Wevers, che con il personale di 15.466 porta ai Paesi Bassi la seconda affermazione della sua storia, 88 anni dopo la vittoria casalinga della Squadra femminile, nel 1928,davanti all’Italia di Luigina Giavotti (la più giovane medagliata di sempre, con i suoi 11 anni) e compagne. L’eleganza della quasi 25enne della Frisia e il punteggio di partenza superiore (6.600) sono bastati per superare le due americane, nonché l’idolo di casa Flavia Saraiva e specialiste del calibro di Catalina Ponor, regina di Atene 2004. Lo sbaglio di ieri vanifica dunque la ricerca, da parte di Simone Biles, del record del numero di medaglie d’oro vinte in una sola edizione a cinque cerchi. All’etoile stelle e strisce rimane comunque la possibilità di tornare in Texas con quattro vittorie, confermando, oggi, alle 19.45 italiane, la leadership in qualifica ottenuta al corpo libero. Sempre che l’altro fenomeno Usa, Alexandra Raisman, non le giochi un brutto scherzo. In quella stessa finale ci saranno anche le azzurre Vanessa Ferrari ed Erika Fasana, pronte ad approfittare delle rispettive chance. Sul fronte maschile ne succedono altrettante. Eleftherios Petrounias, che, ad aprile, era stato il primo tedoforo di Olimpia, all’atto della rituale accensione della fiamma, si conferma imbattibile, stoppando perfettamente l’arrivo, e con un 16 tondo tondo, dopo la corona mondiale a Glasgow, continentale a Montpellier, gli European Games di Baku, certifica la superiorità schiacciante del 2015 con l’alloro più importante, quello della competizione nata in Grecia intorno al 776 a.C. Il 25enne ateniese – nuovo Signore degli Anelli ellenico dopo Dimostenis Tambakos - spezza così i sogni di gloria dell’olimpionico uscente, il brasiliano Arthur Zanetti, che per poco meno di due decimi e mezzo, con 15.766 fallisce il bis e deve accontentarsi della piazza d’onore, nella delusione generale della Rio Olympic Arena. Bronzo per il russo Denis Abliazin, abile, con 15.700, a tenersi dietro il campione iridato di Nanning 2014, il cinese Liu Yang (15.600), che in qualifica era stato il migliore con 15.900. Nell’altra sfida maschile in programma il 15 agosto, quella al volteggio, il nordcoreano RI Se Gwang dimostra (qualora ci fossero stati dubbi) di non avere rivali in fondo alla rincorsa dei 25 metri e con la media di 15.691 aggiunge l’oro dei Giochi ai Mondiali di Nanning e Glasgow. Entrambi i salti sono stati conclusi senza sbavature, compreso quello che porta il suo nome.  Il russo Abliazin non fa in tempo invece a scendere dal podio degli anelli per tornarvi nel volteggio, questa volta con un argento al collo, grazie alla media di 15.516. Terza piazza per Mr. Twist Kenzo Shirai che con un salto mai visto prima e che da ieri si chiamerà come lui vola a quota 15.449. A proposito di nomi del Codice, Marian Dragulescu, ideatore dell’omonimo elemento, deve purtroppo ingoiare l’amarezza del legno, visto che l’ex aequo con il nipponico è stato sciolto a favore di quest’ultimo. Un’amarezza che si va ad aggiungere alle traballanti imprecisioni della Ponor alla trave e alle mancate qualificazioni delle squadre rumene, maschili e femminili. Come a dire, se può cadere la divina Biles, figuriamoci gli dei del 2004. Questa sera il programma ell’Artistica chiude con le finali di parallele pari, corpo libero donne e sbarra. Erika Fasana salirà per terza, Vanessa Ferrari per ultima con il suo “Vincerò”, a conclusione dell’Olimpiade di Rio e, forse, di una carriera intera.