In una qualificazione all-around caratterizzata da qualche insolita grave imprecisione delle big, a cominciare dalle étoile russe Mamun (74.383) e Kudryavtseva (73.998), l’azzurra Veronica Bertolini ha chiuso al 18° posto con il personale di 68.007 (CE 17.516 PA 16.550 CL 17.541 NA 16.400), mancando l’ammissione alla finale di domani (inizio alle 15.20 locali, le 20.20 in Italia). La quattro volte campionessa italiana assoluta ha pagato due disattenzioni alla palla, sulle note di Que viyera del Cirque du Soleil, e al nastro, montato su Hunger (dalla colonna sonora di “Black hawk down”). Disattenzioni che hanno vanificato le routine al cerchio su “je sui malade” di Serge Lama, e alle clavette su Romani Holiday/Sherlock Holmes; esercizi nei quali la valtellinese ha confermato il ranking delle ultime positive uscite in Coppa del Mondo e agli Europei di Holon. Terza piazza provvisoria per la campionessa ucraina Rizatdinova, la quale con 73.932 si è tenuta alle spalle la bielorussa Melitina Staniouta, ferma a quota 72.575. Probabilmente sul podio olimpico saliranno tre di queste quattro meravigliose interpreti. Le altre sei qualificate nella Top 10 carioca sono la coreana Son (71.956), la bulgara Vladinova (70.966), la spagnola Rodriguez (70.515), l’azera Durunda (70.348), l’altra bielorussa Halkina (70.132) e la francese nata a Minsk Moustafaeva (69.982). Prima delle escluse la statunitense Zeng e a seguire tutte le altre, fino alla 26esima ginnasta, la capoverdiana Elyane Boal, tutte meritevoli di un grande applauso. Quanto meno in ossequio al principio decoubertiano, che non va mai dimenticato.  “Ero molto agitata – ha confermato la ginnasta della San Giorgio di Desio - Anche se tutti mi dicevano di andare tranquilla perché in fondo è pur sempre una gara come un’altra, ma in realtà non lo è. L’emozione che provi è diversa. Trovarsi alle Olimpiade, un sogno che nutro fin da piccolina, non è roba da poco. Mi dispiace soltanto di non aver fatto il mio. In allenamento mi riusciva tutto, poi forse è venuta meno la concentrazione a causa del contesto in cui mi trovavo. Cerchi e clavette sono andati bene, alla palla ho sbagliato una maestria attaccata ad una difficoltà, e con la perdita da 0.70 ho lasciato parecchi punti. Il 16.550 malgrado l’errore parla da sé. Il nastro mi si è avvolto ad una gamba e anche lì ho perso una difficoltà, poi un lancio lungo senza le rotazioni sotto ha fato il resto, pur non essendo incorsa in perdite d’attrezzo. Sapevo che entrare nella finale era comunque improbabile, ma volevo far bene per me stessa, la mia allenatrice e la Federazione. Sono tutte esperienze che torneranno utili in futuro. Non mi demoralizzo, anzi andrò in palestra con ancora più voglia, pronta con il Codice nuovo a preparare cose nuove. Adesso ci sarà la serie A, poi nel 2017 voglio montare un programma diverso, più interessante, per ricominciare alla grande il quadriennio che porta a Tokyo. Di Rio mi porto via tante emozioni. Una realtà completamente diversa dalle altre rassegne: incrociare campioni olimpici di altre discipline in giro per il Villagio è qualcosa di speciale, difficile da descrivere. All’inizio, quando siamo entrate in camera non era pulitissimo, io comunque, essendo una matricola, mi sono trovata bene. Anzi, ad essere sincera, mi è piaciuto molto. Sono in camera con Elena Aliprandi, all’inizio però c’era anche il canottaggio e una ragazza del badminton. Quando a casa ho visto la cerimonia di apertura in TV mi sono messa a piangere dalla felicità, al solo pensiero che sarei presto andata in Brasile e che avrei sfilato nella cerimonia di chiusura. Non vedevo l’ora di partire e il pensiero che è già tutto finito mi lascia un pizzico di malinconia. Domani verrò a tifare per le nostre Farfalle, mentre nell’all-around il mio cuore sarà con la mia amica Rizatdinova. Ci tengo a salutare tutte le mie compagne che mi stanno seguendo, gli appassionati italiani che hanno fatto il tifo in televisione e la mia famiglia che, invece, mi ha seguito fino a Rio de Janeiro”. Domani mattina dalle 10.00 (le nostre 15.00) sarà il turno delle squadre. Pagnini e compagne entreranno per terze, senza paura e con la voglia di conquistare subito l’accesso alla final eight di domenica. “Oggi abbiamo fatto due allenamenti, dalle 7.30 alle 9.00 e dalle 14.30 alle 16.00 – ci ha spiegato in zona mista Emanuela Maccarani, accompagnata dalla sua assistente Valentina Rovetta e dalla DTN Marina Piazza - Le ragazze hanno eseguito gli esercizi con attenzione e con buone esecuzioni. Dormiranno serenamente. Ho detto loro che hanno preparato questa Olimpiade nel migliore dei modi, di pensare solo a questo. La prova podio di ieri è stata molto soddisfacente. C’è un vento pazzesco in pedana per l’aria condizionata ma abbiamo preso le misure. Le squadre in lizza non sono tante, quindi l’ordine di partenza non conta. Forse sarà più importante in finale. Ho seguito la gara individuale e credo che tutte siano entrate consapevoli che sarà l’esecuzione a far la differenza. Incorrere in gravi falli può far cadere anche le stelle più affermate. Veronica ha sentito un po’ la gara. Probabilmente voleva mantenere un certo livello esecutivo, ma non ha trovato la concentrazione giusta”.