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S.G. Raffaele Rubattino Associazione Sportiva Diletttantistica

Codice d'affiliazione000131

Comitato05 - C.R. LIGURIA

SedeVIA SALUZZO 17 CANCELLO, 16145, Genova(GE)

Telefono010317586

PEC000131@pec.federginnastica.it

WEBwww.ginnasticarubattino.it

ImpiantoPalestra via saluzzo

Sede ImpiantoVia Saluzzo, 17c, 16145, Genova(GE)

Telefono Impianto010317586

Settori GA/Artistica Femminile Salute e Fitness GA/Artistica Maschile Ginnastica per tutti Ritmica GA/Ginnastica Acrobatica

Data prima affiliazione1896-02-26

Descrizione Origini e Storia
In un vicolo scomparso nasce la Rubattino
Di vicolo del Delfino, oggi, si è persa memoria; gli schedari dell'ufficio toponomastica del Comune non conservano alcuna notizia in merito, e nemmeno il "Dizionario delle strade di Genova" è in grado di mettere sulla pista giusta. Con ogni probabilità la strada è stata spazzata via da uno dei tanti interventi urbanistici dell'ultimo secolo.
Resta così insoluto un piccolo rebus storico-sportivo. Perchè fu proprio in "un ampio cortile sito nel vicolo del Delfino" che viene allestita la prima sede della Società Ginnastica Raffaele Rubattino. Che sarebbe sorta giusto il primo gennaio 1894, anche se poi, per sconosciute "ragioni di opportunità", tale data venne prorogata al primo giugno 1894.
Il nuovo sodalizio era nato da una costola della vecchia Società Ginnastica Trionfo Genovese che, in completa decadenza, si sciolse il 31 gennaio 1893, arrendendosi ad insormontabili problemi di bilancio. Non tutti i suoi componenti, tuttavia, si rassegnarono all'idea di alzare bandiera bianca: i più decisi, Giovanni Parenti e Paride Cafferata, si diedero immediatamente da fare per porre fine all'inattività forzata: e da lì ad un annetto riuscirono a fondare una nuova Società ginnica, in seguito intitolata all'armatore che "fornì" le navi per l'impresa dei Mille.
Rubattino: quel nome legato all'armatore dei Mille
Raffaele Rubattino: un nome che, ai genovesi d'oggi, ricorda per lo più l'omonima Società di ginnastica. Con il centenario sodalizio sportivo, tuttavia, l'imprenditore ed armatore genovese non ebbe nulla a che fare.
Fu piuttosto grazie alla sua fama, dovuta alle sue navi utilizzate per l'impresa dei mille, che i componenti della Società ginnastica decisero di intitolargli il sodalizio.
Per lo stesso motivo, Raffaele Rubattino ebbe pure il suo bel monumento in bronzo, collocato in Piazza Caricamento, proprio in faccia al "suo" porto.
Il monumento oggi non c'è più, sacrificato al gusto estetico dell'architetto Renzo Piano che ha preteso per l'Expo una sorta di anticamera en plein air priva di qualsiasi impedimento visivo (non gli è riuscito però di buttare giù la sopraelevata, ed è questa, casomai, il vero pugno nell'occhio). E così, ora come ora, è rimasta solo la Società ginnica a tenere alto il nome dell'armatore, figura emblematica di una coraggiosa e lungimirante classe imprenditoriale genovese che pare essersi ormai estinta.
Rubattino inizia la sua attività di imprenditore a soli 24 anni: crea a Genova il servizio degli omnibus (gli antenati dei bus urbani), ed allestisce poco dopo la prima corriera fra Genova e Milano. Di lì a qualche anno, fonda la prima compagnia di navigazione a vapore, che diventerà, in seguito alla fusione con la Florio di Palermo, "Florio-Rubattino", quindi, nel 1881, "Navigazione generale italiana" ed infine "Italia". Una scelta coraggiosa in un momento storico quanto mai delicato: siamo in pieno Risorgimento e le vicissitudini politiche segnano più nel male che nel bene i destini dell'economia.
Così, le agitazioni rivoluzionarie del 1848-49 creano gravi dissesti all'armatore, in grado però di superare brillantemente l'impasse ottenendo anche la concessione del servizio postale con la Sardegna.
Momenti ancora più drammatici arriveranno negli ultimi anni Cinquanta del secolo scorso: la situazione economica è particolarmente grave, Rubattino è sul punto di mollare, e la Banca Generale lo costringe a nominare suo procuratore speciale e generale Gian Battista Fauchè, uomo di fiducia dell'Istituto di Credito.
Sarà proprio l'impresa dei Mille a far risollevare le sorti aziendali. Raffaele Rubattino, va detto per inciso, si vede prelevare le navi dai garibaldini. Le cose infatti, stando ad una lettera dello stesso armatore, vanno così: "Da più giorni si sapeva che doveva partire questa spedizione. Al sabato si sapeva che doveva partire nella notte. Erano 2000 e più quelli che erano pronti. Non si sapeva come sarebbero partiti.
Alla domenica mattina mi svegliano e mi dicono che nella notte erano stati presi in porto due nostri vapori, il Lombardo e il Piemonte; che erano partiti con circa 1000 persone, che si erano imbarcate fuori del porto alla Foce!! Rimasi di stucco. Fauchè ha dichiarato e dichiara che non sapeva nulla. Tutti però credono e sanno che sapeva tutto. Si dice che i bastiementi saranno pagati, indennizzati eccetera. Ma non si conosce ne chi pagherà ne chi garantisce..".
Fauchè è sollevato dall'incarico e Rubattino ottiene dallo stato un generoso indennizzo, provvidenziale boccata di ossigeno per la sua Compagnia.
La convenzione postale viene estesa all'arcipelago toscano e quando, nel 1869, c'è l'apertura del canale di Suez, Rubattino istituisce la linea di navigazione Genova-Alessandria d'Egitto: un piroscafo presto affiancato da altri quattro destinati ai viaggi nelle indie. Autorizzato dal governo, acquista nello stesso anno una zona di terreni sulla baia di Assab allestendovi un deposito di carbone per i suoi piroscafi che vi facevano scalo.
Negli ultimi anni della sua vita ha la soddisfazione di intraprendere una pur breve carriera politica: viene eletto deputato nel terzo collegio di Genova per la XIII legislatura. Ma resta soprattutto un lungimirante uomo di mare, il primo a credere nella navigazione a motore.
Muore nel 1881. Di quello stesso anno è una dichiarazione in parlamento di un autorevole deputato genovese secondo il quale "nelle navigazioni al di là dei Capi (...) il vapore non potrà mai arrivare". Ancora quattro anni più tardi, lo Stato concede cospicui sussidi per la costruzione di velieri in legno. Al coraggioso armatore Raffaele Rubattino non rimane ormai che sbellicarsi dalle risa nell'oltretomba.